la pergamena

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(Fiction)

Glauco Juliano - LE MANI

Pero', che belle le mani!

Non ci aveva mai fatto caso, ma guardarsi le mani, osservarle, lasciare che i polpastrelli si cercassero, si incontrassero, si sfiorassero, era una sensazione esaltante, all'apparenza banale, mai considerata prima d'ora, ed appunto per questo una piacevolissima novita'. E le unghie, poi! Ah, si , caro mio, le unghie rappresentavano una vera libidine: ma le aveva mai osservate con attenzione? Il suo sguardo si era mai soffermato su quelle cornee scaglie, se non quando cadevano stridenti, nettate da un implacabile taglierino? Aveva mai notato il loro terminale biancore, quella pallida alba su un rosato crepuscolo? Cosa sarebbero state le sue mani senza le unghie, senza quelle adorabili appendici che aveva sempre tarpato ogniqualvolta cercavano di crescere e spiccare il volo verso la maturita'?

Certo, anche i capelli venivano periodicamente curati, e le loro ambizioni infrante su una rilucente ed implacabile lama di acciaio. Ma non era certo da paragonare quella confusa, ondulata, ribelle matassa con la austera semplicita' dell'unghia: ordinata, disciplinata, silenziosa, senza grilli per la testa, rappresentava un esempio da imitare. Era stata messa li' apposta, per segnare un confine, sempre uguale a se stessa, ma in ogni istante diversa, in continua e perenna crescita. Sprigionava una forza nuova, ora che ci si soffermava dopo tanto tempo: come non si era accorto prima di quei gioielli, ah certo molto piu' preziosi e vivi di una spenta e sbiadita perla, lurida escrescenza prodotta da una valva prezzolata? Come aveva potuto ignorare il consolante candore che emanavano le sue mani? Un quesito gli si affaccio' alla mente, turbandola e facendolo al contempo trasalire: essere unghia o capelli? Ma che domande! Unghia, unghia, per sempre unghia! Essere potato e sempre ricrescere, senza mai dover subire il capriccio delle stagioni o del mediocre agricoltore, conservare il proprio aspetto per sempre, immutabile agli insulti del tempo e tetragono alle avversita' dell'esistenza.

Gia', ma lui non era unghia, era un essere umano, ed ora disprezzava come non mai la sua condizione, il suo triste ed inutile primato di pensante pensieri vuoti e senza futuro. "L'unghia non pensa". Gia', ma chi lo puo' dire? E se i suoi pensieri fossero semplici lampi di luce, filtrata dal delicato e palpitante strato corneo? Sarebbero comunque stati attimi dolcissimi, persi e catturati nello stesso istante, in quella pendola cosmica che ora gli appariva l'unghia. Si, l'unghia era viva, e lui non contava piu' nulla, sovrastato da quelle nobili creature che aveva sempre avuto al suo fianco, ignorandole e disprezzandone l'altissima statura morale.

Ma come diventare come loro? Certo non era facile, se ne rendeva perfettamente conto; per quanto avesse potuto fare, la sua sarebbe stata sempre una vita a tre dimensioni, gibbuta, tortuosa, compiuta e finita. Altro che la dolce rosa curvatura cui ambiva rassomigliare. Doveva forse rassegnarsi? Forse si; forse mentre il suo corpo si sarebbe negli anni guastato e corrotto, le sue piccole perle ne avrebbero registrato, immutabili come sempre, i suoi cambiamenti dalla infanzia alla vecchiaia piu' profonda; sarebberero state testimoni fedeli e discrete delle sue miserie e delle sue ambizioni, senza mai tradirlo, ed una volta che fosse morto sarebbero cresciute ancora un poco, per registrare anche quest'ultimo atto della sua vita. Le sentiva ora come sue amiche, come un diario cui avesse confidato, senza volerlo, tutte le piccole delusioni, le amarezze e le poche soddisfazioni che la vita aveva voluto riservargli. Certo, loro vegliavano su di lui, chissa', qualche volta avrebbero voluto consigliarlo per il meglio, ma lui, sordo ed ingabbiato nella sua repellente e meschina tridimensionalita' non aveva potuto ascoltarle. Chissa' se avrebbero cambiato la sua esistenza.......

"Nicola! Nicola! Hai finito o no di guardarti queste manacce? Dai che il dottore ti vuole visitare! E che diamine! Sei vent'anni qua dentro e ogni giorno e' la stessa storia? Poi dicono che i pazzi bisogna liberarli! Se i politici venissero ogni tanto qua dentro......"




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