la pergamena

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(Fiction)

Gordiano Lupi - ULTIMA DANZA NOTTURNA

Tacciono i colpi del cannone. Le mitraglie si placano per un interminabile istante. Pensieri sulle ali del vento e niente più.
La mente corre alla casa lontana e gli occhi di un bambino disegnano un triste risveglio.
Quello che noi siamo è impossibile metterlo a fuoco, mentre ciò che eravamo è solo un ricordo in un panorama di morte, dove non resta che un misero spazio per la memoria.
Le mie mani non corrono più a scoprire gli occhi sorridenti di mio figlio e la voce non insegue le frasi consuete di mia moglie per le stanze di una casa lontana.
Animali braccati. Parole strette d'assedio alla luce della luna. Bocche serrate di fronte al fuoco che esplode e ricaccia uomini disperati per le strade del mondo.
I miei scolari ancora per molto tempo riusciranno ad evitare di mandare a memoria l'ultima poesia d'amore letta alla luce della luna.
Io abbraccio il mio fucile, in questa valle fatta di solchi e trincee, buia come la notte che la pervade, paradosso terminale della mia solitudine interiore.
Io ed il mio nemico, che non odio, ma che qualcuno mi ha detto che debbo assolutamente odiare, perché è lui il responsabile di tutto.
Io ed il mio futuro non scritto e con un passato da dimenticare.
"L'obiettivo è assolutamente da centrare. Non devi fallire. Non devi fallire. Non devi fallire...." Parole che rimbalzano nella memoria come colpi d'una stanca mitragliatrice. Raffiche di terrore sotto stelle disadorne e pensierose. Parole che sono solo minacciosi presentimenti in questa notte di tormento.
Mi faccio coraggio ed avanzo. Ho dormito a lungo? Ho sognato parole che non ricordo? Il mio fucile tra le mani e la mia bomba tra i denti. Un grilletto da premere ed una linguetta da strappare. Ogni cosa al momento giusto. L'importante, l'unica cosa che conta, è non fallire, non mancare l'obiettivo.
Avanzo silenzioso come un animale notturno, attraverso il fango e le buche aperte dalle bombe. Sono vicino, sono molto vicino al mio obiettivo. I miei bambini lontani, mia moglie, la mia scuola sono solo un pensiero che vola nel vento della sera.
Le mie antiche strade fatte di vento. Il mio presente fatto di morte e tristezza. Un futuro che forse non riuscirò a vedere.
Mi si sciolgono in cuore pensieri e ricordi d'amore mentre strappo la linguetta e lancio la mia bomba. Missione compiuta. Obiettivo centrato. Non ho fallito, solo questo conta.
Uomini, che come me perdono la luce della sera a rincorrere un sorriso, muoiono di fronte ai miei occhi. Le mie parole cadono nel silenzio e cercano un riparo su di un corpo stanco. Fucili di un nemico che non conosco setacciano le strade del mio ritorno. Non so se riuscirò a farcela, non so se uscirò indenne da questa missione. Mi sento solamente un uomo stanco ed impaurito, incapace di sostenere sulle proprie piccolissime spalle il pianto di madri e bambini.
La notte inghiotte il mio silenzio e le stelle cadono assieme alle bombe in questo innaturale panorama di morte.
Il fischio doloroso d'un proiettile trafigge il mio futuro.
Adesso non riuscirò a vedere più niente.
Adesso potrò solo sentire il mio dolore farsi una sola cosa con il dolore del nemico.
Quel che contava era centrare l'obiettivo ed in questo posso dire di non aver fallito. Tutto il resto è solo vita che fugge ed i pensieri nella notte fangosa lasciano il posto ad altri pensieri che nascono senza futuro.
Io ed il mio nemico, uniti finalmente, in un'ultima tragica danza notturna, voliamo nel cielo di fuoco come spiriti nella tempesta.




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