la pergamena

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(Fiction)

Alessio Saitta - IL BEL MARITO

Appena un istante dopo aver eiaculato l'uomo rotolò giù e restò supino. Si accese una sigaretta e disse
"Però, certo, tu non sei esattamente come quelle..."
"Quelle chi?" lo interruppe subito lei stupita.
"Quelle che si vedono in TV" chiarì lui, e prendendo il telecomando sul comodino accese l'apparecchio, che era già sintonizzato su uno di quei canali che mandano video erotici in continuazione.
"Vedi?"
"Ma cosa dici?" Chiese lei, ancora indecisa se offendersi o divertirsi.
"Dico che tu, due bocce come quella lì, non ce le hai mai avute!"
Quella lì era una flessuosa ragazza bionda che si insaponava agitando languidamente le chiappe e strizzando una spugna schiumante appunto tra le bocce.
"Ma perche' mai mi dici una cosa del genere?" Disse lei, prossima alle lacrime.
"Beh, perché è vero!"
"Ma tu la conosci quella lì?"
"No che non la conosco..."
"E pensi che una come quella ci verrebbe a letto con te?"
"Che c'entra questo? Io dico solo che tu, due bocce come quella lì, te le sogni".
"Certo! E pure tu una come quella lì te la sogni!"
"Ma che c'entra?"
"C'entra! Ognuno c'ha quello che si merita!"
"A si? Quindi io mi merito TE, mi merito?"
"Certo più me che quella!"
Lui sbuffò e si sedette sul bordo del letto, prendendo ad infilarsi i calzini.
"Che fai?"
"Penso che andro' a comprare le sigarette..."
"E dove le trovi a quest'ora?"
"Beh, e' cosi' che si dice, no?"

Quando fu da solo, nell'ascensore che scendeva, si pentì un pò, per tutto quello che aveva detto. Cavoli!
Aveva solo voglia di litigare un pò, appena per scherzare... Ma quella donna prendeva sempre tutto troppo sul serio.
Si era offesa! Sicuro. Invece di saltargli addosso, che so, per fargli il solletico urlando cose come "Ti faccio vedere io, se sono meglio di quelle"; invece di ridere e contrattaccare.
Forse era stato un pò pesante? Ma no. Era lei che non capiva queste cose. Nessun senso dell'umorismo, nessun cameratismo.
Cavoli! Dopo dieci anni di matrimonio, ci si poteva aspettare che almeno capisse quando scherzava e quando no.
Se solo lei fosse stata meno... Stupida.
E invece stava sempre lì a bocca aperta, a prendere come oro colato tutto quel che diceva, sempre a pendere dalle sue labbra.
Era più stufo di quanto potesse sopportare; era arcistufo da esserne sul serio stufo. E sì, si era proprio stufato! Entrò in un bar e si prese un wisky.
E si mise a guardare la ballerina sul cubo.
"E così io non me la meriterei una così..." Rimuginava.
"E chi se le merita? I ricchi? I giovani? I belli? Sarei proprio curioso di sapere con chi starà mai, questa qui."
La ballerina dimenò il culo al suo indirizzo e gli sorrise. Lui dapprima restò stupito, ma poi si accorse di essere l'unico cliente solo. A quell'ora c'era poca gente, e tutti gli altri, comunque, erano con le loro donne. Logico che gli sorridesse... Da chi altri avrebbe potuto ricevere una mancia? Le fece un cenno ed aspettò che quella si avvicinasse, poi alzandosi in punta di piedi le infilò un biglietto da cinque nelle mutandine. La ballerina improvvisamente smise di sorridere e si allontanò dimenandosi ancora un poco, ma si vedeva che ci metteva meno impegno. E comunque non lo guardò più. Forse per paura d'essere fraintesa, adesso ch'era stata pagata.
Lui sollevò la mano ed esitando se la portò al volto. Poi si odorò le dita, che era riuscito a spingere ben dentro la mutandina, fino a toccarle il pelo.

(c) Alessio Saitta 1995




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